Il 2022 è stato l’anno dei record (in negativo) riguardo ai prezzi di luce e gas. Ora la situazione si sta stabilizzando, ma l’incertezza regna sovrana. Molti analisti suppongono che ci potrebbe essere per l’autunno una nuova risalita dei prezzi. Per cui si può valutare l’offerta a prezzo fisso che metterebbe al riparo dagli alti e bassi del mercato.
Al momento del contratto (o anche a contratto avvenuto) si può decidere se aderire al prezzo indicizzato o a quello fisso. Le tariffe indicizzate sono legate a un indice di riferimento e pertanto sono soggette a aumenti o diminuzioni seguendo l’andamento del mercato. Il prezzo bloccato invece, viene concordato a una tariffa che rimane sempre la stessa per tutta la durata del contratto: da 12 mesi a 24 mesi a seconda del fornitore.
Per capire come vengono stabilite le tariffe ci sono due riferimenti da tenere presente. Per l’energia elettrica si tratta del PUN, il Prezzo Unico Nazionale che non è altro che il prezzo medio generato dagli scambi che avvengono sulla Borsa elettrica italiana. (Ad aprile 2023 il suo valore medio è stato di 0,134 euro/kWh).
Per il gas è da tenere sotto controllo il PSV, Punto di Scambio Virtuale. La formazione del Psv è simile a quella del PUN e il prezzo viene generato dalla compravendita di gas naturale all’ingrosso. (Il valore medio del Psv per il mese di aprile 2023 è stato di 0,479 euro/Smc).
Sulla base di questi due indici, aumentati di pochi centesimi, nasce la tariffa fissa che noi paghiamo. Naturalmente il prezzo fisso diventa conveniente se ci sono previsioni di aumenti nel breve periodo. Soprattutto chi sta valutando di passare dal mercato tutelato a quello libero dell’energia e del gas (sarà obbligatorio farlo entro il 10 gennaio del 2024) può considerare le migliori tariffe a prezzo bloccato, facendo probabilmente un doppio risparmio: nel mercato libero le tariffe sono più basse e se ci fossero aumenti a breve, la convenienza è doppia!
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